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C'è una
dimensione dove tutto è poco probabile e credibile.
Eppure esiste.
C'è un mondo parallelo dove ogni cosa
subisce mutamenti e trasformazioni, dove le persone si
incontrano e cambiano aspetto, abitudini, e compiono
incredibili e inspiegabili gesti. È la dimensione
dell'ignoto. Alcuni la considerano, altri fanno finta di
niente. Per certi versi, e secondo alcuni punti di vista,
è molto meglio continuare a camminare - facendo finta di
non avere visto o di non aver sentito - quando ci si
imbatte in qualcosa di poco piacevole o addirittura in
qualcosa di terrificante.
Così come si tende a
minimizzare o a far finta di ignorare per non dover
prendere posizione e reagire, quando leggiamo sul
giornale notizie agghiaccianti e mortificanti come le
violenze, le guerre, le sofferenze umane e lo sterminio
degli animali. Non ha importanza se con questo duttile,
omertoso comportamento arroventiamo il nostro senso di
colpa fino a renderlo incandescente: nessuno vede,
nessuno saprà. Ma è sull'altra faccia della nostra
esistenza che gravita l'ignoto con le sue spietate
realtà. Incombe su di noi e sulla nostra razionalità
quasi come una minaccia, come una maledizione. Ed è lì
che facciamo i conti, dove la nostra coscienza ha una
seconda casa, dove tutte le nostre scusanti non hanno
più alcun valore.
Siamo inermi di fronte al rovescio delle cose reali. Il
nostro ragionamento non è più in grado di operare e
quindi le difese sono ridotte al minimo.
Ci sono mostri
nel buio.
Sono tutti ammassati, abbarbicati sulle pareti e sui
soffitti, in attesa di essere liberati nelle tenebre,
pronti a piombarci nelle carni durante il sonno.
Fortunatamente solo in pochi li hanno in casa, pochissimi
riescono a vederli con la luce accesa.
Vivono e ramificano ai limiti dell'impossibile, fanno
incredibili numeri di equilibrismo tra la razionalità e
la superstizione, ma ci sono. Esistono.
Forse qualcuno di
voi li ha trovati già lì, acquistando la casa nuova con
il mutuo ventennale a comode rate mensili da
strangolamento, e ha fatto finta di non vederli.
Chissà, forse una di queste notti vi renderete conto di
non riuscire più a fare finta di niente e urlerete, ma
non sempre funziona.
A volte l'incubo continua lo stesso e voi non potrete far
altro che rimanere là, obbligati a guardare, e anche se
chiuderete gli occhi (come di solito si usa fare nella
realtà e dove di solito funziona benissimo),
continuerete a vedere lo stesso senza pietà, in attesa
di essere catapultati nel vostro letto, sperando che
succeda al più presto.
Eh... sì. Brutto affare, davvero brutto.
Mentre scrivevo questi racconti mi è sembrato di
intravedere negli angoli più bui del mio studio qualcosa
muoversi. Naturalmente ho ignorato la cosa. Ma credo sia
il caso di stare attento lo stesso. Vi consiglierei di
fare altrettanto mentre sarete assorti nella lettura. Con
la coda dell'occhio terrei sotto controllo i posti più a
rischio: gli armadi, sotto il letto, le botole che
immettono in cantina o nel solaio. Siete proprio sicuri
di aver chiuso bene la porta?
Mirco Maggi
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